Ieri sera nella nostra Ladispoli si è tenuto il Consiglio Comunale. All’ordine del giorno è stata portata la variante alla convenzione urbanistica per la realizzazione del centro commerciale sulla via Aurelia al km 38. La modifica è l’ennesimo regalo ai costruttori (al Costruttore, per essere specifici).
Infatti, l’Amministrazione Grando ha deciso ieri sera di rinunciare a ricevere da chi realizzerà il centro commerciale 951.000 euro SUBITO nelle casse comunali (come aveva suggerito di fare la Regione Lazio), trasformando invece questo contributo straordinario nella realizzazione di un’opera che verrà realizzata non si sa come e non si sa quando.
Ovviamente questa vergognosa regalia è stata votata dalla maggioranza all’unanimità, anche con il plauso del Consigliere comunale “di opposizione” Eugenio Trani, che però purtroppo ha dovuto abbandonare l’Aula prima del dibattito per incompatibilità, essendo l’azienda realizzatrice del Centro Commerciale sua cliente. Ci ha tenuto però, prima di uscire, a lodare l’intervento e l’operato dell’Amministrazione Grando su questo punto, dimenticando forse che accanto all’incompatibilità di voto ci dovrebbe essere anche l’opportunità. Ma oramai non ci sorprende più niente.
Ma spieghiamo meglio cosa è accaduto. Nel 2021 è stato votato da questa Amministrazione un piano particolareggiato che consente alla società Piazza Grande di realizzare un centro commerciale, l’ennesimo, sull’Aurelia, al km 38, su un terreno che precedentemente era agricolo.
Come ricorderete, come opposizione, ci siamo schierati convintamente contro questa ennesima speculazione edilizia, ma la maggioranza l’ha approvata senza esitazione. La norma prevede però che in questi casi, a fronte dell’arricchimento ottenuto dal privato, esso debba pagare un contributo straordinario alla città. La cifra è stata stimata in 951.000 euro. Pertanto, prima di ottenere i permessi per realizzare i negozi, prima cioè di maturare l’arricchimento, la ditta avrebbe dovuto pagare al Comune, ovvero ai cittadini e alle cittadine di Ladispoli, questi 951.000 euro.
Ed è proprio la Convenzione Urbanistica quella che definisce gli obblighi tra le parti e che quindi dovrebbe prevedere le modalità e i tempi di questo esborso. Ma, magicamente, l’Amministrazione Grando trova un escamotage per non far pagare i costruttori. Infatti, all’articolo 3 della convenzione portata ieri sera in Aula si legge che il contributo sarà utilizzato a scomputo dal soggetto attuatore per la realizzazione del “Dopo di Noi”.
Sia chiaro, lo abbiamo detto anche ieri sera: realizzare una struttura per il “Dopo di Noi” a Ladispoli è lodevole e saremmo i primi a sostenerla. Per questo basterebbe che il Comune incamerasse i 951.000 euro e avviasse subito le pratiche per la sua realizzazione, senza fare regali a nessuno.
Per questo, come Consiglieri di opposizione, abbiamo presentato alcuni emendamenti. Il primo chiedeva appunto questo: monetizzare il contributo straordinario subito, accogliere nelle casse comunali questi 951.000 euro e destinarli al Dopo di Noi. Se l’emendamento fosse stato accolto, oggi, prima di iniziare i lavori o di ricevere i permessi a costruire, gli imprenditori avrebbero fatto questa oblazione. Ma l’emendamento è stato bocciato.
Il sindaco però ha sostenuto che la scelta di modificare la convenzione non fosse a favore del costruttore, che noi fossimo in mala fede a dire questo e che invece questa decisione fosse dovuta al fatto che i privati realizzano le opere in minor tempo e spendono in media il 30% in meno della pubblica amministrazione (forse su quest’ultimo punto, il sindaco dovrebbe chiedersi perché, ma siamo abituati). Poiché abbiamo voluto credergli, abbiamo presentato un secondo emendamento. In questo non abbiamo chiesto di convertire in denaro il contributo straordinario, ma di lasciarlo come opera pubblica, come suggeriva Grando. Però abbiamo proposto che fosse inserita una seconda clausola, ovvero che l’opera fosse realizzata prima del rilascio dei permessi a costruire, in modo da tutelare i cittadini e le cittadine di Ladispoli ed evitare l’ennesima scandalosa tradizione di costruttori che prima fanno e vendono tutte le strutture di interesse e solo dopo, spesso anni dopo, si ricordano di realizzare le opere. Come era facile immaginare, anche questo emendamento è stato bocciato da tutta la maggioranza, smentendo quindi in pochi secondi tutto quello che avevano sostenuto per tutta la serata.
La ciliegina sulla torta però ieri sera è stata messa dalla dirigente Arch. Signore. In Aula, oltre a rispondere ai quesiti tecnici, si è lanciata infatti in considerazioni di natura politica, lontane e inadeguate al ruolo che ricopre. In un passaggio (che invitiamo i cittadini ad andare a riascoltare), l’Architetta ha affermato che se non fosse stato strettamente necessario venire in Aula, lei avrebbe modificato la Convenzione attraverso un atto di Giunta o addirittura con una determina dirigenziale. Niente di meno! Per fortuna viviamo in uno stato di diritto, dove ci sono ancora le leggi ed esiste il Testo Unico degli Enti Locali che attribuisce soltanto al Consiglio Comunale, ovvero agli eletti e quindi ai cittadini e alle cittadine della città di Ladispoli, il potere di pianificare il territorio. E che questo non possa avvenire, come invece vorrebbero probabilmente il Sindaco e la sua dirigente, nelle segrete stanze del palazzo.
29 Novembre 2024, Ladispoli
I consiglieri
Daniela Ciarlantini
Ferdinando Cervo
Roberto Garau
Amelia Mollica Graziano
Silvia Marongiu
Gianfranco Marcucci
Crescenzo Paliotta
Fabio Paparella
Alessio Pascucci