ProVita & Famiglia: Sanremo 2025, cosa dobbiamo aspettarci?

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Mancano meno di due settimane all’inizio di Sanremo 2025. Cosa dobbiamo aspettarci?

Una domanda legittima, se riflettiamo su ciò che è accaduto nelle ultime edizioni:

  • blasfemia, promiscuità sessuale, baci gay in prima serata, sex toys, pornografia, inneggiamento alla prostituzione, al gender e all’aborto come “diritto”…
  • … e ancora, propaganda politica in favore dell’omogenitorialità, dell’utero in affitto, della legalizzazione della droga e monologhi contro la maternità.

Negli ultimi anni, il festival più amato dagli italiani è stato trasformato in un’arena di provocazioni, slogan politici e becera propaganda ideologica imposti a milioni di famiglie.

Il rischio che accada anche quest’anno è concreto. Non possiamo permetterlo!

Dobbiamo mobilitarci ora per impedire che il nostro canone venga nuovamente utilizzato per finanziare contenuti offensivi, ideologici e amorali. Chiediamo all’Amministratore Delegato della RAI, Roberto Sergio, e al Direttore Artistico di Sanremo, Carlo Conti, di garantire che il Festival non sia ancora una volta strumentalizzato per scopi ideologici. 

Sanremo deve tornare a essere un evento di musica e cultura, non uno strumento di propaganda ideologica.

Per comprendere i rischi a cui andiamo incontro, ti basti guardare agli ospiti di quest’anno..

Nel cast ufficiale di Sanremo 2025 ci sono nomi che negli anni passati hanno già usato il palco dell’Ariston per spettacolarizzare la blasfemia, la trasgressione e veicolare messaggi ideologici mortiferi.

Li abbiamo conosciuti bene nelle scorse edizioni:

  • Achille Lauro: ha già portato sul palco di Sanremo le sue “rivisitazioni” blasfeme di Gesù, sfruttando simboli come il Sacro Cuore e inscenando una vera e propria profanazione del sacramento del battesimo, ridicolizzando la fede di milioni di cristiani. Il tutto sotto una veste gender fluid.
  • Fedez si è reso protagonista di momenti scandalosi: il bacio gay in diretta con Rosa Chemical con cui inscenò anche un rapporto anale tra il pubblico; spottoni sulla droga libera; attacchi diretti nei confronti di coloro che – come me e te – difendono il diritto alla vita, promuovendo in prima serata il fantomatico “diritto” all’aborto.

Questo schifo fu finanziato con i soldi di noi contribuenti…

Ma non è tutto. Quest’anno vedremo salire sul palco anche altri due personaggi che destano preoccupazione:

Elodie, una giovane cantante che non nasconde il suo gusto per la provocazione, mostrandosi nuda per suscitare scandalo e definendosi in passato “put*ana” come dichiarazione estrema del suo esibizionismo; e Tony Effe, famoso per testi carichi di volgarità e misoginia, in cui la donna è ridotta a mero oggetto sessuale e la trasgressione è esaltata come stile di vita.

Non sappiamo ancora che cosa accadrà sul palco, ma, come puoi constatare anche tu da questo cast, il dubbio è legittimo: Sanremo sarà ancora una volta strumentalizzato per promuovere l’aborto, la pornografia, la droga, la violenza, l’agenda LGBTQ, il gender e la blasfemia?

Sanremo deve tornare il festival della musica, non della propaganda. Se sei d’accordo, firma ora per chiedere alla RAI e a Carlo Conti di garantire un festival che rispetti il pubblico e non diventi l’ennesima occasione di ingerenza politica e strumentalizzazione ideologica e volgare.

Ma c’è un aspetto che mi preoccupa più di tutti: milioni di giovani e bambini entreranno in contatto con i contenuti del festival (soprattutto i più scandalosi).

Oggi Sanremo non è solo un programma televisivo. Le immagini, i video e i messaggi lanciati dal palco finiranno ovunque: su TikTok, Instagram, YouTube e altri social. Verranno spinti nelle tendenze, riproposti sotto forma di meme, trasformati in modelli di riferimento.

E chi subirà maggiormente questa influenza? I nostri figli, i nostri nipoti.

Forse stai pensando: “Non guarderò il Festival, non mi interessa”. Ma Francesca, il problema è molto più grande di questo.

Sanremo è finanziato con il TUO CANONE, con i tuoi e i miei soldi. Anche se non lo seguissimo, la RAI continuerà a utilizzare le nostre risorse per trasmettere messaggi ideologici sotto forma di spettacolo.

Se non interveniamo ora, questi contenuti non rimarranno confinati al palco dell’Ariston, ma saranno ovunque: sui social, sui telegiornali, nelle discussioni quotidiane. E a subirne l’influenza non saranno solo i giovani, ma l’intero contesto culturale in cui viviamo.

Firma ora per dire basta alla strumentalizzazione del Festival di Sanremo.